GUARDANDO ALL’URSS. IL REALISMO SOCIALISTA ALLE FRUTTIERE DI PALAZZO TE
La mostra Guardando all’URSS. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato, alle Fruttiere di Palazzo Te, ha inaugurato lo scorso 30 maggio ed è stata poi prorogata fino al prossimo 25 ottobre; è organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te con la collaborazione della Galleria del Premio Suzzara. Per quanto il titolo rincorra forse un’eccessiva serietà che potrebbe aver scoraggiato i più, il contenuto presentato è sicuramente molto interessante: si tratta infatti di una particolare riflessione sull’immagine (e l’immaginario) dell’URSS nell’Italia del secondo dopoguerra e, soprattutto, sul ruolo assunto dall’iconografia realista. Con una grande diversità di media – si va da video, a fotografie, a documenti, manifesti, rotocalchi, cartoline e libri oltre che, naturalmente, ad una fornitissima quadreria – l’esposizione conduce il visitatore nel periodo storico di contrapposizione politica tra comunisti e democristiani.
Per trattare l’argomento i curatori hanno scelto di suddividere la mostra in tre particolari ambiti: una prima parte dedicata all’iniziativa del Premio Suzzara – la Galleria del Premio ha concesso in prestito, per l’occasione, un corpus davvero significativo di dipinti e sculture – voluto da Dino Villani e destinato, già dalla sua prima edizione nel 1948, a far riflettere sul linguaggio realista e sul tema del lavoro.
La seconda sezione, allestita grazie ai prestiti della Galleria Tret’jakov di Mosca, è dedicata alla ricostruzione dell’immagine dell’URSS in Italia dalla fine degli anni ‘40, attraverso alcuni protagonisti del realismo russo che hanno esposto nei Padiglioni sovietici alle Biennali veneziane del 1934 e dal 1956 agli anni Settanta.
L’ultima parte tratta infine del fenomeno del collezionismo privato, con l’esposizione di 33 opere a testimonianza delle intersezioni culturali tra Italia e Unione Sovietica.
Lo scopo dell’esposizione, secondo le parole della curatrice Vanja Strukelj, non è presentare un’immagine univoca del realismo socialista così come veniva percepito dall’occhio italiano, ma ricostruire le sfaccettature assunte dalla cultura di un Paese negli sguardi di un altro. Se l’obbiettivo perseguito è sicuramente ambizioso, alla mostra va comunque il merito di affrontare un argomento solitamente poco trattato con un buon approfondimento e inoltre di mettere in luce ancora di più le opere presenti alla galleria suzzarese. Chi è incuriosito si affretti: il 25 ottobre è dietro l’angolo!
di Rachele Ravanini